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Manifesto

Con·tra·pun·ctus

 

Contrappunto è un termine che scegliamo come emblema del nostro nuovo manifesto artistico, e che simbolizza un passaggio ed esprime un rapporto con la realtà culturale che ci circonda: una costruzione complessa, ma in grande equilibrio nelle sue molteplici parti che costituiscono un unico momento musicale.

 

 S I L E N T I A  L U N A E

giunge quest'anno al suo ottavo anno di attività di programmazione artistica con la consapevolezza di avere affrontato un lungo viaggio e di essere ad un giro di boa.

Il nostro lavoro, come ipotizzato all’esordio di questa realtà, è stato un percorso di crescita artistica che ci ha permesso di creare uno spazio per un anti-circuito musicale in un panorama saturo di discorsi commerciali e di offerte non interessanti, dal nostro punto di vista.

 

In questo senso, è doveroso per noi ringraziare la Casa della Musica di Parma per aver condiviso con molta lungimiranza una visione, e per aver dato spazio al nostro viaggio negli anni permettendoci di realizzare un'importante iniziativa annuale: l'Early Music Festival.

 

Per arrivare alla nostra radicale convinzione abbiamo compiuto un percorso che, paradossalmente, partendo dall’idea di creare uno spazio simile ad altre realtà nel settore, ci ha svincolati proprio da questo aspetto, sia perché siamo rimasti una piccola realtà “affamata”, sia perché avere la possibilità di scegliere cosa programmare ci ha resi progressivamente consapevoli di ciò che veramente volevamo proporre. L’incontro con ognuno degli artisti che negli anni abbiamo ospitato è stato una lezione determinante nella decisione di un ritorno ad una visione filologica dell’esecuzione di musica storica.

 

 

La musica antica negli ultimi decenni è stata spesso definita con il termine “Mercato di Nicchia”. Noi ci siamo sempre opposti a questo modo denigratorio di concepire questo campo di ricerca in quanto i due termini alludono ad un qualcosa di commerciale ed allo stesso tempo di morto, da riporre in un loculo.

Nella convinzione di dover animare questo “mercato”, molti grandi gruppi si sono adeguati ad una scelta di spettacolarizzazione, proponendo soprattutto contaminazioni che, se inizialmente potevano essere ipotesi interessanti e aperture ad altre culture, sono poi degenerate in veri e propri falsi storici. Il tutto, nasce per ingraziarsi un pubblico percepito come ignorante, disattento e da intrattenere e divertire con l’uso di espedienti sleali.

 

Parte di questa scelta è stata da molti giustificata come un modo di trovare un rapporto diretto e genuino con il pubblico, nel timore che la musica antica e la filologia fossero un discorso troppo difficile, e che gli esecutori fossero rigidi, distanti, in gergo musicale “legnosi”. La scelta di rendere “appetibile” il materiale musicale ha poi portato alla costruzione di ibridi mostruosi: Monteverdi con sassofono, Vivaldi per fisarmonica, barocchismi esasperati da un lato, e repertori antichi suonati su strumenti moderni e con prassi ottocentesche dall’altro, nei maggiori teatri. E’ come se un secolo di onesta ricerca, il Novecento, fosse stato azzerato di colpo.

 

Il “fenomeno” musica antica ha dato impulso ad una vasta discografia fino agli anni ’80. Le generazioni di giovani artisti studiano sulla discografia, ignorando profondamente le fonti. Il successivo proliferare di incisioni sempre più lontane dalla filologia ha causato la caduta nel dimenticatoio di una parentesi di storia importante: noi vogliamo recuperarla per ripartire.

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